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Libro de la biblia

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-

DIO INCARNATO

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Il Natale ci obbliga a rivedere idee e immagini che abitualmente abbiamo di Dio, ma che ci impediscono di avvicinarsi al suo vero volto. Dio non si lascia imprigionare nei nostri schemi e stampi di pensiero. Non segue le vie che noi gli indichiamo. Dio è imprevedibile.

Lo immaginiamo forte e potente, maestoso e onnipotente, ma lui ci si offre nella fragilità di un bambino debole, nato nella più assoluta semplicità e povertà. Lo poniamo quasi sempre nello straordinario, nel prodigioso e sorprendente, ma lui si presenta a noi nel quotidiano, nel normale e ordinario. Lo immaginiamo grande e lontano, e lui ci si fa piccolo e vicino.

No. Questo Dio incarnato nel bambino di Betlemme non è quello che noi avremmo sperato. Non è all'altezza di quello che noi avremmo immaginato. Questo Dio ci può deludere. Tuttavia, non è proprio questo Dio vicino quello di cui abbiamo bisogno quello di cui abbiamo bisogno accanto a noi? Non è questa vicinanza all'umano quella che meglio rivela il vero mistero di Dio? Non si manifesta nella debolezza di questo bambino la sua vera grandezza?

Il Natale ci ricorda che la presenza di Dio non sempre risponde alle nostre aspettative, poiché si offre a noi dove meno lo aspettiamo. Certamente dobbiamo cercarlo nella preghiera e nel silenzio, nel superamento dell'egoismo, nella vita fedele e obbediente alla sua volontà, ma Dio si può offrire a noi quando vuole e come vuole, persino nel più ordinario e comune della vita.

Ora sappiamo che lo possiamo che lo possiamo incontrare in qualunque essere indifeso e debole che ha bisogno della nostra accoglienza. Può stare nelle lacrime di un bambino o nella solitudine di un anziano. Nel volto di qualsiasi fratello possiamo scoprire la presenza di questo Dio che ha voluto incarnarsi nell'umano.

Questa è la fede rivoluzionaria del Natale, lo scandalo più grande del cristianesimo, espresso in maniera lapidaria da Paolo: «Cristo, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo» (Filippesi 2,6-7).

Il Dio cristiano non è un Dio disincarnato, lontano e inaccessibile. È un Dio incarnato, prossimo, vicino. Un Dio che possiamo in qualche maniera toccare ogni volta che tocchiamo l'umano.

 

José Antonio Pagola

Traduzione: Mercedes Cerezo

Publicado en www.gruposdejesus.com

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