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SENZA PERDERE LA PAZIENZA

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Luca raccoglie le parole di Gesù sulle persecuzioni e le tribolazioni future sottolineando specialmente il bisogno di affrontare la crisi con pazienza. La parola che usa l'evangelista significa forza, resistenza, perseveranza, capacità di rimanere saldi davanti alle difficoltà, pazienza attiva.

Nei nostri giorni quasi non si parla della pazienza, e purtroppo poche volte sarà stata così necessaria come in questo momento di grave crisi generalizzata, incertezza e frustrazione.

Sono molte le persone che oggi vivono all'aperto e, incapaci di trovare riparo in qualcosa che offra loro un senso, sicurezza e speranza, cadono nello scoraggiamento, l'esasperazione o la depressione.

La pazienza che menziona l'Evangelo non è una virtù propria di uomini forti e agguerriti. Si tratta piuttosto dell'atteggiamento sereno di chi crede in un Dio paziente e forte, che incoraggia e guida la storia, a volte in modo incomprensibile per noi, con tenerezza e amore compassionevole.

La persona che possiede questa pazienza non si lascia abbattere dalle tribolazioni e le crisi dei tempi. Mantiene l'animo sereno e fiducioso. Il suo segreto è la pazienza fedele di Dio che, malgrado tante ingiustizie assurde e tante contraddizioni, continua la sua opera fino al compimento delle sue promesse.

Per l'impaziente l'attesa sembra lunga. Per questo si agita e diventa intollerante. Sembra saldo e forte, ma in realtà è debole e senza radici. Si agita molto, ma costruisce poco; critica continuamente, ma quasi non semina; condanna, ma non libera. L'impaziente può finire nello scoraggiamento, la stanchezza o la rassegnazione amara. Non aspetta più nulla. Non infonde speranza

La persona paziente, al contrario, non si agita né si lascia deprimere dalla tristezza. Contempla la vita con rispetto e anche con simpatia. Lascia tranquilli gli altri, non anticipa il giudizio di Dio, non pretende di imporre la propria giustizia.

Non per questo cade nell'apatia, nello scetticismo o l'apatia. La persona paziente lotta e combatte ogni giorno, precisamente perché vive con l'aiuto della speranza. «Ci affatichiamo e combattiamo, perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente» (1 Timoteo 4,10).

La pazienza del credente è radicata nel Dio «amico della vita». Nonostante le ingiustizie che troviamo sul nostro cammino e i colpi che la vita ci dà, malgrado tanta sofferenza assurda o inutile, Dio continua la sua opera. In lui noi credenti riponiamo la nostra speranza.

 

José Antonio Pagola

 Traduzione: Mercedes Cerezo

Publicado en www.gruposdejesus.com

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