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RIPOSO RINNOVATORE

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È una grande gioia per un credente trovarsi con un Gesù che sa capire i bisogni più profondi dell'essere umano. Perciò l'anima si riempie di gioia nell'ascoltare l'invito che fa ai suoi discepoli: «Venite in disparte, in un luogo deserto, e riposatevi un po'».

Gli uomini hanno bisogno di «fare festa». Forse oggi più che mai. Sottomessi a un ritmo di lavoro inflessibile, schiavi degli impegni e incarichi spesso estenuanti, abbiamo bisogno di quel riposo che ci aiuti a liberarci dalla tensione, dall'esaurimento e dalla fatica accumulata lungo i giorni.

L'uomo contemporaneo è diventato spesso uno schiavo della produttività. Tanto nei paesi socialisti come nei capitalisti, il valore della vita si è ridotto a materialità e produzione, efficienza e produttività nel lavoro. Secondo H. Col, l'uomo attuale «ha comprato la prosperità al prezzo di un impoverimento vertiginoso dei suoi elementi vitali». Certamente tutti rischiamo di dimenticare qual è il valore ultimo della vita per affondare nell'attivismo, nel lavoro e nella produzione.

La società industriale ci ha fatto più laboriosi, meglio organizzati, più efficaci, ma, nel frattempo, sono molti ad avere l'impressione che la vita sfugge dalle loro mani. Perciò il riposo non può essere soltanto la «pausa» necessaria per ricuperare le energie esaurite o un tentativo d'evasione per liberarci della tensione accumulata e poter tornare con forze rinnovate al lavoro di sempre.

Il riposo dovrebbe servire a rigenerare tutto il nostro essere scoprendoci dimensioni nuove della nostra esistenza. La festa ci deve ricordare che la vita non è solo sforzo e lavoro. L'essere umano è fatto anche per fruire, per giocare, per l'amicizia, per pregare, per ringraziare, per adorare... Non dobbiamo dimenticare che oltre alle lotte e le rivalità, tutti siamo stati chiamati, già adesso, a fruire come fratelli di una festa che un giorno sarà definitiva.

Dobbiamo imparare a «fare vacanze» in un altro modo. Non si tratta di ossessionarci con «fruire» a qualunque prezzo, ma saper fruire con semplicità e riconoscenza degli amici, della famiglia, della natura, del silenzio, del gioco, della musica, dell'amore, della bellezza, della convivenza. Non si tratta di svuotarci nella superficialità di qualche giorni vissuti in maniera folle, ma di ricuperare l'armonia interiore, avere cura delle radici della nostra vita, trovarci con noi stessi, godere dell'amicizia e dell'amore delle persone, «fruire di Dio» nella creazione.

E non dimentichiamo una cosa importante. Solo abbiamo diritto al riposo e alla festa se ci affatichiamo ogni giorno con lo sforzo di costruire una società più umana e felice per tutti.

 

José Antonio Pagola

 Traduzione: Mercedes Cerezo

Publicado en www.gruposdejesus.com

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